La tecnica chemioterapica che utilizza nanoparticelle magnetiche per riscaldare le cellule cancerose a più di 104 ° F mentre la somministrazione di farmaci è un TERZO più efficace, lo studio mostra
- Le cellule cancerose sono vulnerabili al calore e possono essere prese di mira con particelle magnetiche
- Si attaccano alle cellule tumorali e un campo magnetico le fa riscaldare
- Ciò aumenta la loro suscettibilità ai farmaci chemioterapici trasportati dalle nanoparticelle
La chemioterapia potrebbe essere fino al 34% più efficace grazie a una nuova tecnica che combina il trattamento con particelle magnetiche che friggono le cellule cancerose.
Ricercatori all’University College Londra ha scoperto che la combinazione di calore e farmaci chemio rende il processo più efficace.
Piccole nanoparticelle magnetiche si attaccano alle cellule cancerose di un tumore e trasportano anche il farmaco chemioterapico.
Quando i medici applicano un campo magnetico innocuo all’area dall’esterno del corpo, si attivano le proprietà magnetiche delle nanoparticelle e le fa riscaldare, riscaldando le cellule cancerose intrappolate.
La ricerca rivela che questo danneggia il tumore e lo rende più vulnerabile ai farmaci preesistenti.
La chemioterapia è resa fino al 34% più efficace grazie a una nuova tecnica che combina il trattamento con particelle magnetiche che fanno bollire le cellule cancerose (foto d’archivio)
La ricerca è stata finora testata solo in un laboratorio, ma i ricercatori dicono che i primi risultati sono significativi.
Le cellule di cancro al seno umano, le cellule di glioblastoma (cancro al cervello) e le cellule di cancro alla prostata di topo sono state tutte trattate, in una provetta, con questa nuova tecnica.
La doxorubicina, un farmaco chemio comunemente usato, è stata applicata alle nanoparticelle magnetiche.

Piccole nanoparticelle magnetiche trasportano il farmaco chemioterapico e si attaccano anche alle cellule cancerose di un tumore. Quando i medici applicano un campo magnetico innocuo all’area dall’esterno del corpo, le nanoparticelle iniziano a riscaldarsi, riscaldando le cellule cancerose
I risultati, che sono stati sottoposti a peer review e pubblicati nel Giornale di chimica dei materiali B, mostrano risultati promettenti per il metodo sperimentale.
Il calore e la doxorubicina insieme hanno ucciso il 98% delle cellule di cancro al cervello dopo 48 ore. Il farmaco ha ucciso solo il 73% delle cellule se applicato senza calore.
Per le cellule di cancro al seno, l’89% del cancro è stato eliminato dalla combinazione e questo scende a solo il 77% per il solo farmaco.
L’autore senior, il professor Nguyen TK Thanh, ha dichiarato: “Il nostro studio mostra l’enorme potenziale di combinare la chemioterapia con il trattamento termico fornito tramite nanoparticelle magnetiche.
“Sebbene questa combinazione di terapia sia già approvata per il trattamento dei glioblastomi a crescita rapida, i nostri risultati suggeriscono che ha il potenziale per essere utilizzata più ampiamente come ampia terapia anti-cancro.
“Questa terapia ha anche il potenziale per ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia, assicurando che sia più mirata sulle cellule tumorali piuttosto che su problemi sani. Ciò deve essere esplorato in ulteriori test preclinici. ”
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